martedì 27 aprile 2010

La marcia dei pinguini


Film documentario raccontato da Fiorello, che ci fa scoprire qualche informazione in più su una specie animale molto affascinante ed esteticamente bella. Una marcia divisa in sei tappe: La marcia delle lunghe carovane, la marcia del crepuscolo, la marcia della luna, la marcia degli affamati, la marcia del pulcino libero, e la marcia della separazione; in un viaggio che mira alla conservazione della specie e alla più completa devozione alla vita. I pinguini di tutto il polo si incontrano ogni anno nello stesso giorno, nello stesso posto per il medesimo desiderio di accoppiamento. In un folklore di suoni e versi, i pinguini scelgono il proprio compagno o la propria compagna; i maschi sono numericamente inferiori, perciò le femmine di pinguino spesso si inseriscono in una coppia cercando di rubare il partner, si contendono così il maschio. Il partner scelto, sarà lo stesso per un intero anno. Avvenuto l'accoppiamento, il piccolo uovo fecondato dovrà resistere alle intemperie dell'inverno, la mamma però è denutrita, e deve al più presto andare a rifornirsi di cibo, per sè e per il piccolo nascituro, affiderà quindi il piccolo uovo al papà, che aspetterà lo schiudersi di questo, fino al ritorno della mamma. Il "passaggio" dell'uovo è un'impresa delicatissima, basta un attimo e l'uovo può rompersi, o gelarsi. Il piccolo, una volta nato deve passare attraverso una serie di pericoli e di prove di resistenza al freddo, al gelo e alle tempeste. Al momento della sua nascita, il papà gli farà sentire la sua voce, che il piccolo potrà ricordarsi quando il padre sarà costretto anch'esso ad andare in cerca di cibo, poichè non mangia da quattro mesi; sarà la marcia più difficile. Chi dei piccoli riuscirà a diventare grande, ricompierà il percorso dei propri genitori in una ruota della vita che non si ferma mai, in un istinto primordiale del tutto affascinante. Jacquet riesce a farci guardare attraverso una lente d'ingrandimento ed un posto favorito, il percorso di una specie che da sempre ha avuto la forza di adattarsi alle condizioni climatiche più violente e alle temperature più gelide. Seppur raccontato, il documentario coinvolge, in un mix di parole e silenzi, di difficoltà e momenti di dolcezza. La natura che fa da sfondo, ghiacci, blu, bianco, neve, iceberg, aurore boreali, nei suoi colori freddi esprime un'intimità particolare, che arricchisce il tutto. Riprendo due punti della pellicola che raccontano questa dolcezza: "Già arrivano le prime lacrime dell'inverno, ma sono ancora dolci, come i ricordi del mare. Silenzio. L'amore è stato detto, l'amore è stato fatto. Tutti tacciono. Una promessa di vita si installa nel tepore dei loro ventri." e ancora "Si fa notte, i maschi crollano sotto le tempeste, il freddo regna, non ha più nome, resistono senza fiaccarsi sotto il dio dei venti polari, saldati in una forza come le scaglie di una tartaruga. Le figlie della notte hanno messo le loro ali più belle, corrono sulle stelle, danzano al suono del vento. Coraggio popolo chinato, questa danza di luci và nella sommità del cielo a cercare il sole che purtroppo vi ha dimenticati" e infine "Piccoli marciatori dei ghiacci è il momento della metamorfosi, siete diventati figli dell'oceano, tra i figli dell'oceano. Un giorno, un giorno lontano, quel famoso giorno del terzo dell'anno, quando il sole e la luna si ritroveranno nel cielo, dovrete spuntare fuori dal mare e ridiventare marciatori, fedeli al giuramento dei vostri antenati, ritornerete qui, per danzare la vita sul più lungo degli inverni e perpetuare così la marcia dell'imperatore." Danzare la vita, lo trovo molto bello. In chiusura "Resteranno quattro anni in mare. Dove vanno? E' un mistero. Noi sappiamo solo che diventati adulti, riappariranno un bel giorno, allo stesso posto, come per magia..." Eh già, la natura è magica!

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