venerdì 5 novembre 2010

Napoletango

" La famiglia Incoronato è famosa a Napoli e sul territorio della regione. Essa si sposta come un chiassoso circo familiare, viene chiamata per cerimonie religiose e feste di paese. È la prova vivente della specializzazione dell’artista, e la specializzazione è il tango. Non il walzer, non la samba, non il fox-trot o il liscio, ma il divino tragico e sensuale tango argentino. (...) "

Spettacolo ideato e diretto da Giancarlo Sepe: Un musical atipico, una festa gioiosa e paesana nella quale si alternano il folklore napoletano e il desiderio di esprimere la sensualità corporea attraverso il tango argentino. Al grido di " voj' ballare pur'i 'u tang' " i personaggi scalpitano per imparare l'arte di questa danza, ed esprimono attraverso la vita quotidiana tutto il loro impeto sensuale sessuale ed erotico, nei momenti più intimi e disparati, a letto come sotto la doccia (in una scena di nudo integrale). La chiave di lettura dello spettacolo è sottile, la forza espressiva è forse il fulcro nell'intento dell'autore, dato che di musical lo spettacolo possiede ben poco, dal cantato quasi assente, alla danza che si esprime più come movimento corporeo che come coreografia. Il tango viene infatti sudato fino alla fine, chiamato a gran voce durante tutto lo spettacolo, esso si esplica poi in due esecuzioni ed un intermezzo, sufficienti quanto ormai necessari. Si gioca la carta del coinvolgimento del pubblico in maniera molto semplice e divertente, invitando a ballare in sala e scendendo in alcuni frangenti al di sotto del palco includendo così lo spettatore a diventare parte della famiglia Incoronato. Gli attori, totalmente dentro la parte, capaci, espressivi e "correttamente" sopra le righe, si amalgamano bene fra di loro e riescono a dare qualità e consistenza. Ciò che non ha consistenza è invece lo spettacolo in sè; se visto ed analizzato nell'ottica di spettacolo musicale esso non delinea un'intensità ed un contenuto tali da rapire l'attenzione giusta e un completo gradimento. E' piuttosto un ricco materiale intimo che esprime una realtà provinciale gioviale, frenetica e impetuosa, scalpitante e desiderosa di agire. Una realtà anche caratteriale e caratterista, che si dà la mano e dà la mano al pubblico, ma che risulta insufficiente e frammentaria, priva di una trama di spessore e ridotta musicalmente ad un'incompleta serie di scene a volte anche ripetitive.

Fino al 14 novembre al Teatro Eliseo in Roma.

5 commenti:

  1. Nudo integrale? :-O comunque essendo campano ci ho fatto pure io un pensierino, però non sò perchè ho desistito. Questo accostamento tango-Napoli non mi convince. Però prima di dare un giudizio dovrei andarlo a vedere. Boh, non sò :)

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  2. Yes un bel nudo integrale! ihih
    comunque hai fatto bene, come ho scritto non vale molto la pena! :)
    non mi ricordavo che fossi campano! Sicuro me
    l'hai già detto ma io mi scordo eheh di dove precisamente?

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  3. Diciamo che sono un viaggiatore errante momentaneamente stabilito a Roma. Ho studiato a Napoli ma le mie radici affondano in quel di Caserta ove i Borboni decisero di costruirvi la propria residenza estiva :)

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  4. Un meltin pot insomma :)) si che ora stai a Roma lo sapevo, magari ci siamo già incrociati per strada e non lo sappiamo ahuah

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